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Liberato Andrea Calevo, l’imprenditore rapito a Lerici: “Sto bene”

Liberato Andrea Calevo, l’imprenditore rapito a Lerici: “Sto bene”

Dopo 15 giorni di trepidante attesa, il 2012 si conclude alla grande per Andrea Calevo, l’imprenditore ligure rapito lo scorso a Lerici lo scorso 16 dicembre. Finalmente l’imprenditore è stato liberato. ‘‘Calevo è a casa, nella sua villetta di Lerici. Ha riabbracciato i famigliari e sta bene”, ha riferito all’Adnkronos il capo della Squadra Mobile di La Spezia, Girolamo Ascione.

L’imprenditore si trovava in una cantina di Sarzana, segregato in catene, ed è stato liberato grazie ad un blitz congiunto della polizia e dei carabinieri, coordinati dalla procura distrettuale antimafia di Genova. Sembra che il sopraddetto blitz abbia portato al fermo di tre uomini che sono implicati nel sequestro. Due delle persone fermate sono italiane e sono un nonno e un  nipote di Ameglia (in provincia della Spezia), una terza, invece, è albanese. Sembra che il più anziano sia un cliente della ditta Calevo. Riferisce il prefetto Gaetano Chiusolo, direttore della Direzione centrale anticrimine:

Il blitz è scattato all’alba, sapevamo il punto. Il covo era già noto dalle ore precedenti. Poi, quando abbiamo capito che l’ora era giusta, siamo entrati. Le attività tecniche di questi giorni di indagine ci hanno permesso di risalire ai tre fermati. La task force che ha portato alla liberazione dell’imprenditore era formata in tutto da 200 persone tra polizia e carabinieri, ognuno compiti propri.

Chiusolo riferisce anche quelle che sono state le prime parole di Calevo: ”Ho avuto paura di morire voglio rivedere mia madre e mia sorella”.

Continua il prefetto: “L’imprenditore è in discrete condizioni fisiche come può stare una persona che sta per 15 giorni in una cantina, senza finestre. La cantina è nell’abitazione del principale sospettato”.

Grande la soddisfazione espressa dal ministro dell’Interno Annamaria Cancellieri: “Una grande soddisfazione sia per la bellezza dell’operazione e per il fatto che l’ostaggio stia bene ma anche perché ciò rappresenta un riconoscimento professionale delle forze dell’ordine”.

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