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Lettera all’Ue, le promesse di Berlusconi sulla schiena degli italiani

Lettera all’Ue, le promesse di Berlusconi sulla schiena degli italiani

Berlusconi aveva detto che nella lettera non ci sarebbero state solo parole e promesse, ma un’impegno concreto dell’Italia a realizzare le riforme necessarie a salvarsi dalla crisi in un contesto europeo in cui la Merkel incalza e Sarkozy fa’ il galletto per prepararsi il terreno elettorale in patria. Le misure però compattano sindacati ed opposizioni, tutti convinti che siano eccessive o comunque non decisive per la risoluzione della crisi, ma l’Ue plaude ed anzi spinge affinché l’Italia si sbrighi e metta in atto quanto Berlusconi ha proposto.

Dal 2012 ci saranno licenziamenti più facili a causa della crisi, dal 2026 donne ed uomini andranno in pensione a 67 anni. Entro la fine di novembre un piano per le dismissione del patrimonio pubblico dovrà cominciare ed entro tre anni portare ad un introito di 5 miliardi di euro. Una stretta verrà ad effettuarsi sui contratti parasubordinati. La mobilità sarà obbligatoria nella pubblica amministrazione ed entro la fine di gennaio 2012 si darà il via libera alla delega fiscale.

La strategia di crescita e sviluppo dell’Italia con funzione anti-crisi viene dunque condensata in queste 15 pagine che promettono all’Europa un forte risanamento della situazione del Paese, ma anche l’addio alla certezza del posto fisso a vita. All’estero ci hanno già rinunciato da tempo e non comprendono la riluttanza dello stivale a farne a meno, considerano questa una misura indispensabile alla crescita e versatilità economica, peccato che qui da noi questo aspetto non sia stato considerato e siamo quindi rimasti indietro ed adesso dovremo adeguarci volenti o nolenti e nelle condizioni peggiori. Un quadretto tipicamente italiano.

Le riforme più impellenti su cui il Presidente del Consiglio sta per dare il via sono: entro 2 mesi rimozione di vincoli e restrizioni alla concorrenza e all’attività economica, così da permettere livelli produttivi maggiori e costi e prezzi inferiori; entro 4 mesi la definizione di un nuovo contesto istituzionale, amministrativo e regolatorio che favorisca il dinamismo delle imprese; entro 6 mesi adottare misure che favoriscano l’accumulazione di capitale fisico e di capitale umano e ne accrescano l’efficacia. Berlusconi ha detto chiaramente che per queste misure non intende perdere tempo e se l’opposizione darà il via libera bene, altrimenti non esiterà a porre la fiducia su ognuno: “non abbiamo tempo da perdere, dobbiamo mandare un segnale all’Europa e non c’è tempo per demagogia politica”.

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