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Le frasi da non dire ad un malato di cancro

Le frasi da non dire ad un malato di cancro

Sicuramente richiede enorme coraggio affrontare una malattia il cancro, che talvolta neppure lascia scampo nei casi più gravi. Per questo, oltre alla propria forza interiore, si rende cosa estremamente necessaria l’apporto, il sostegno e soprattutto l’affetto della propria famiglia, degli amici, di tutte le persone che sono in grado di allietare le nostre vite. Esistono però tutta una serie di parole, frasi che un malato non vorrebbe mai sentirsi dire, un pò perché banali, un pò perhé retoriche e sfocianti nell’ipocrisia. In ogni caso, è opportuno fare attenzione a cosa si dice ad una persona malata.

Ne sa qualcosa Deborah Orr, cronista politica del The Guardian che nella  sua lotta personale contro il cancro ha preso nota delle frasi a lei rivolte da parenti o conoscenti che andavano a farle visita, stilando una sorta di decalogo su quelle che pronunciate ad un malato, avrebbero come risultato il raggiungimento dell’effetto opposto a quello desiderato. “Il cancro è una malattia grave, che ti pone al centro di attenzioni affettuose da parte della tua famiglia e dei tuoi amici. Ma sovente si diventa il bersaglio di parole dette con le migliori intenzioni che sortiscono l’effetto di farti sentire peggio” ha scritto la giornalista nel suo articolo pubblicato sul Political Guardian.

Secondo la Orr la prima frase della lista nera della cronista è “Non sai quanto mi dispiace per te”. Secondo la Orr, questa frase avrebbe come effetto quello di far sentire il malato oggetto di compassione. Segue la frase “Se c’è qualcuno che può combattere questa malattia, sei proprio tu!”. Quest’espressione andrebbe a sottolineare il carattere di ferro del malato che non aiuta di certo, secondo la giornalista, soprattutto quando si è particolarmente fragili e demoralizzati. Non mancano poi due frasi all’opposto ma ugualmente fastidiose come “Ti trovo proprio bene”. Non si può non notare l’affaticamento di un malato di cancro, secondo la giornalista e quindi tale frase rappresenterebbe il trionfo dell’ipocrisia. Eccessiva anche l’espressione “Hai un pessimo aspetto”, questo perché un malato non ha bisogno di una conferma del proprio stato.

Fammi sapere i risultati degli esami”. Deborah Orr commenta: “Nessun malato di tumore ha voglia di diffondere i stile social network i risultati delle analisi, di solito dopo esami lunghi e stressanti, che possono terminare con esiti che nessuno ha voglia di ripetere”. Ancora: “Qualunque cosa io possa fare per aiutarti, sono a tua disposizione“. Meglio sarebbe offrire una forma di aiuto diretto, suggerisce la giornalista come: “Che ne dici se vado a prendere io i tuoi bambini a scuola il martedì? Attendere una richiesta specifica di aiuto ricorda al malato che non è più autonomo e in grado di badare a se stesso”. 

 “Le tue preoccupazioni sono infondate“. Frase che in realtà evidenzia quanto le preoccupazioni al contrario lo siano, fondate. Consiglio numero otto: “Non dare sfogo alla propria curiosità chiedendo ‘cosa si sente davvero con la chemioterapia?’, a cui potrebbe venire voglia di rispondere: perché non la provi e poi mi dici? “Non dire mai: “Ho proprio bisogno di vederti”. Il malato tra visite, esami è sempre e purtroppo stracolmo di impegni e non sempre si ha tempo di vedere tutti. “Sono terribilmente sconvolto per la tua condizione”. Meglio stare zitti suggerisce la Orr: “L’ammalato di tumore  ha bisogno di spunti positivi e di avvertire una vicinanza serena, meglio regalare fiori e sorrisi che inondarlo di lacrime”.

 

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