Trending
{"ticker_effect":"slide-h","autoplay":"true","speed":3000,"font_style":"normal"}
Lavoro, sempre più disoccupati tra gli under 35

Lavoro, sempre più disoccupati tra gli under 35

Sempre più disoccupati, soprattutto tra gli under 35, secondo gli ultimi dati Istat, che parlano di un crollo del 20% tra i 15-34enni negli ultimi 5 anni, e cioè dal 2007. In totale circa 1, 5 milioni di giovani (per la precisione (1 milione e 457mila) sotto i 35 anni sono a casa senza un impiego, vittime come e più degli altri di una crisi economica che non dà tregua, secondo le analisi relative al secondo trimestre del 2012.

In 5 anni si è passati da passando da 7 milioni 333 mila occupati tra i giovani under 35 nel 2007, a 5 milioni 876 mila di oggi, con un crollo del 20% quasi. Anche il tasso di occupazione parla chiaro: per i 15-34enni scende dal 45% del secondo trimestre 2011 all’attuale 43,9% (dal 19% al 18,9% per i 15-24enni).

Lievemente migliore, invece, la situazione occupazionale degli adulti. I lavoratori tra i 55 e i 64 anni sono aumentati del 26% in 5 anni. Di questi, i 55-64enni sono saliti di 626mila unità passando da 2 milioni 403mila occupati nel 2007 a 3 milioni 29mila di oggi, con un aumento dell’8% nell’arco dell’ultimo anno. Una situazione, quella nostrana, che non avvantaggia di certo i giovani, e che anzi li spinge sempre più all’apatia.

Non è un caso infatti se coloro che sono disoccupati e non stanno cercando lavoro (perchè pensano di non trovarlo) né stanno studiando (neet, ovvero not in education, employment or training) sono oltre 1 milione e 664mila, il dato più elevato dal 2004, quando sono state avviate le serie storiche dell’Istat.

E se i sindacati sono sul piede di guerra, con il leader di Uil Angeletti che dichiara “ In 9 mesi questo governo ha fatto solo enunciazioni e non ha messo mano alla recessione”, anche Confindustria reclama: ”E’ la peggiore crisi industriale degli ultimi anni – commenta Ivan Lo Bello, vicepresidente Confindustria ai microfoni di Tgcom24. – Siamo in una situazione di grande emergenza in tutto il Paese, ma in particolare nel Mezzogiorno. Sta pagando soprattutto oggi per un sistema di sviluppo drogato dall’assistenzialismo e dal clientelismo e adesso il sistema sta implodendo con una disoccupazione che si avvicina al 25% e al 50% nel caso giovanile. Qui non si tratta solo della crisi del debito sovrano, ma ci sono altri fattori tra cui la responsabilità di una politica che ha pensato che potesse bastare in eterno il sistema clientelare assistenziale”.

Lascia un commento