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Lavitola: la lettera con l’elenco dei favori fatti a Berlusconi

Lavitola: la lettera con l’elenco dei favori fatti a Berlusconi

Un rimborso spese di 500.000 euro per un viaggio a Santa Lucia che avrebbe dovuto dimostrare la proprietà del cognato di Fini dell’appartamento monegasco appartenuto in passato ad Alleanza nazionale: “Ho ottenuto da Lei anche 400/500.000 euro (non ricordo) di rimborso spese per la “Casa di Montecarlo” dove io ce ne ho messi almeno altri 100.000″. L’acquisto del senatore De Gregorio per riuscire nel disegno di far cadere il governo Prodi : “Lei mi disse che era in debito con me per aver io “comprato” De Gregorio eletto con l’Idv e subito passato al centrodestra, e aggiunge di essere stato lui “a convincerLa a tentare di comprare i senatori necessari a far cadere Prodi”. Questi alcuni dei punti della lettera che Valter Lavitola scrisse a Berlusconi lo scorso dicembre e che i pm di Napoli hanno trovato nel computer di Carmelo Pintabona

 

 

La lettera è stata depositata dai sostituti Vincenzo Piscitelli e Henry John Woodcock al processo che inizierà nelle prossime settimane. Nel testo una lunga serie di benefici che l’ex Premier gli avrebbe concesso in cambio di favori vari. Tra cui il rimborso per il famoso viaggio necessario a trovare gli atti che avrebbero dimostrato che l’appartamento di Montecarlo era di proprietà del cognato di Fini.

 

 

“Il signor Berlusconi è un corruttore e se vuole mi quereli”, ha prontamente risposto Gianfranco Fini durante la trasmissione“Otto e mezzo”, a proposito della lettera di Lavitola a Berlusconi sulla vicenda della casa a Montecarlo nel patrimonio di Alleanza Nazionale. E continua: “Quel documento era falso ed è stato ottenuto attraverso corruzione”, riferendosi alla pubblicazione della notizia che attribuisce a suo cognato la proprietà della società offshore intestataria della casa di Montecarlo. “Che bel Paese, che bel Paese, che bel Paese. E che bella gente!”. Così, l’ex presidente del Consiglio Romano Prodi commenta su La Stampa le rivelazioni dell’inchiesta sulla presunta estorsione di Valter Lavitola. “Immaginarlo era lecito –dice Prodi– ma sentirlo produce un effetto particolare. Ti sembra incredibile. E comunque, se pensiamo a quello che è successo allora e a quello che sta accadendo oggi, dico che è proprio triste”. Intanto le dichiarazioni di Lavitola tirano in ballo un bel po’ di nomi noti della politica e non solo ma l’ex direttore dell’Avanti per il momento tace.

 

La lettera si conclude con una serie di richieste: “Ho bisogno che si trovi lavoro a mia moglie (3/4.000 euro al mese); a mia sorella (2/3.000 euro al mese); al mio ex autista, 2 ragionieri, 1 giornalista. Si paghi una società cinese (900.000 dollari) che mi ha fornito i servizi necessari alla definizione del piano di sfruttamento della mia concessione di taglio in Amazzonia. Si paghi lo studio di avvocati che si occuperà dell’arbitrato (mi hanno fatto un p r e v e n t i v o d i c i r c a 5.000.000,00 di euro)”.

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