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L’assurda sentenza che condanna una 15enne vittima di stupro

L’assurda sentenza che condanna una 15enne vittima di stupro

Sentenza davvero scioccante quella emessa da un tribunale delle Maldive nei confronti di una ragazza di 15 anni, vittima della violenza del suo patrigno che, dapprima l’ha stuprata, salvo poi uccidere il bambino che aveva avuto con lui. Il processo nei confronti della 15enne, costretta ora a dover subire 100 frustate per aver fatto sesso prima del matrimonio, durava ormai da un anno. Amnesty International ha condannato la pena come “crudele, degradante e inumana”.

La Procura, dal canto suo, ha invece fatto sapere che la condanna a 100 frustate non riguarda il caso di stupro della quale la 15enne è stata vittima e che anche il patrigno è in attesa di una condanna. Zaima Nasheed, un portavoce del tribunale per i minori, ha fatto sapere che alla ragazza è stato anche ordinato di rimanere agli arresti domiciliari per 8 mesi in una struttura per minori.

Ha, inoltre, difeso la pena, dicendo che la ragazza aveva volontariamente commesso un atto al di fuori della legge. La 15enne subirà la sua punizione al compimento del 18esimo anno di età, tuttavia, potrà anche chiedere che l’esecuzione della sentenza sia anticipata, qualora lo volesse. Il caso è diventato oggetto di procedimento giudiziario penale nel momento in cui, l’anno scorso, fu ritrovato il cadavere di un neonato morto nell’isola di Feydhoo, nel nord del Paese.

Le indagini misero in luce che il patrigno della ragazzina aveva violentato la 15enne e poi ucciso il bambino, concepito in seguito al rapporto. Anche la madre della ragazzina è sotto accusa, in quanto colpevole di aver saputo e taciuto il fatto.

Il sistema giuridico delle Maldive, un arcipelago islamico con una popolazione di circa 400.000 abitanti, ha elementi della legge islamica (Sharia) e della Common Law inglese. Ahmed Faiz, ricercatore di Amnesty International, ha detto che la fustigazione è una pratica”crudele, degradante e inumana” e ha esortato le autorità governative ad abolirla.

“Siamo molto sorpresi che il governo non stia facendo nulla per fermare questa punizione. Questo non è l’unico caso, Sta accadendo di frequente. Solo il mese scorso, un’altra ragazza, vittima di abusi sessuali, è stata condannata a subire delle frustate”, ha riferito il ricercatore.

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