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La Svizzera contro l’immigrazione

La Svizzera contro l’immigrazione

La Svizzera ha deciso di limitare il numero dei permessi di soggiorno per i cittadini di otto paesi membri dell’Unione Europea: Ungheria, Repubblica Ceca, Slovacchia, Polonia, Lituania, Lettonia, Estonia e Slovenia.
Scontro fra Berna e UE, dunque, che si dice “dispiaciuta” per una tale decisione considerata “ingiustificata“.

Catherine Ashton, rappresentante UE per la politica estera, ha dichiarato: “Si tratta di una decisione in violazione dell’accordo sulla libera circolazione dei cittadini, che non permette differenze fra i paesi dell’UE“.
Ovviamente, d’accordo anche il presidente del Parlamento Europeo, Martin Schulz, che ha affermato: “Gli obblighi legali vanno rispettati in tempi economici buoni e in quelli difficili, che si tratti di stati membri dell’UE o di paesi terzi. Dobbiamo lavorare da vicino con i nostri vicini più stretti, ora non è il momento di indebolire la libera circolazione, ma piuttosto di rafforzarla. Non ci sono giustificazioni legali o economiche di questa decisione contro otto paesi membri dell’UE“.
Maja Kocijancic, portavoce della rappresentante UE per la politica estera, ha assicurato che l’Unione Europea discuterà al più presto con la Svizzera per risolvere la questione, considerata discriminatoria.

Berna ha deciso che questo nuovo provvedimento sull’immigrazione entrerà in vigore da maggio 2012 e permetterà soltanto a 2 mila immigrati di ottenere il permesso di soggiorno B – valido solo per un anno, estendibile massimo a due anni – andando dunque contro il Trattato di Shengen, trattato che sancisce il diritto per i cittadini dei paesi membri dell’Unione Europea di viaggiare liberamente in tutti i paesi aderenti.
Berna ha anche adottato delle misure in modo da limitare l’accesso al mercato del lavoro in Svizzera, da parte dei cittadini provenienti dall’Europa dell’est.

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