Trending
{"ticker_effect":"slide-h","autoplay":"true","speed":3000,"font_style":"normal"}
La Spagna potrebbe dire addio alla corrida

La Spagna potrebbe dire addio alla corrida

Il governo autonomo di San Sebastian – nei Paesi Baschi, in Spagna – torna, fortunatamente, a dire di no alla famosa corrida. Juan Karlos Izagirre – sindaco – e Nerea Txapartegi – assessore alla Cultura – hanno, infatti, preso posizione più volte contro questa barbara usanza, da sempre definita espressione d’arte e di cultura.

Prima di fare la loro entrata nell’arena, i tori vengono tenuti al buio e drogati; viene messa loro della vaselina negli occhi in modo tale da annebbiare la vista, oltre ad infilzare loro aghi in tutto il corpo. Successivamente, quando è il momento di fare la “grande entrata”, vengono loro conficcate le “picas” e le “banderillas”, che producono emorragie e dolori, fino a quando poi vengono trafitti dalla spada che soffoca gli animali, a causa di emorragie polmonari. Alla fine dello “spettacolo”, i tori vengono trascinati via ancora agonizzanti di dolore, per tagliare loro coda ed orecchie come “trofeo” e per venire, poi, macellati. Il toro è un animale erbivoro, non certo da combattimento; tutto ciò che fa in arena, lo fa perché stremato dal dolore e per tentare in tutti i modi di difendersi, invano.

Un sondaggio recente ha messo in evidenza come l’82 per cento della popolazione spagnola sia, in realtà, contraria a questo scempio disumano. Izagirre ha, dunque, annunciato che non vi sarà nessuna nuova gara d’appalto – il contratto scade a fine anno – per lo sfruttamento della piazza per le corride: “Esiste un discorso anti-corrida che questo governo sottoscrive al 100 per cento, che afferma che la morte e lo sfruttamento di un animale non devono trasformarsi in spettacolo“, ha spiegato il sindaco, Juan Karlos Izagirre.

Lascia un commento