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Iran: minacce per il ritiro della portaerei americana

Iran: minacce per il ritiro della portaerei americana

Il braccio di ferro in Medio Oriente continua e subito dopo le prove generali per bloccare lo stretto di Hormuz ed il test positivo per i missili a lunga gittata dei giorni scorsi, arriva un invito con il sapore di un ultimatum: “consigliamo vivamente alla portaerei americana che ha attraversato lo stretto di Hormuz e che attualmente si trova nel Golfo di Oman di non ritornare nel Golfo Persico. La Repubblica Islamica d’Iran non ha l’intenzione di ripetere questo consiglio”.

Queste parole vengono inviate direttamente da Teheran a Washington dal Comandante in capo delle forze armate iraniane, inviate dall’Agezia di Stato Irna, dunque una fonte ufficiale che non si presta a dubbi interpretativi e che fa temere che un conflitto in quella parte del Golfo Persico sia ormai sempre più vicino.

La settimana scorsa la 5° flotta americana si era posizionata strategicamente appena fuori dalle basi mediorientali sparse fra l’India e l’Arabia Saudita, poi, sei giorni fa’, la portaerei a propulsione nucleare Uss Stennis, ha lasciato il Golfo Persico ed ha fatto rotta sul Golfo di Oman, raggiungibile solo attraversando lo Stretto di Hormuz.

I successivi messaggi dagli Stati Uniti, che hanno espresso una critica ufficiale e marcata sulla politica definita “irrazionale” da parte di Teheran, hanno chiarito fuori di ogni dubbio che non “verranno tollerati intralci al traffico marittimo nello Stretto di Hormuz”. Ovviamente il problema è proprio che mentre arrivava questo messaggio le forze militari iraniane si preparavano proprio a questa eventualità…

Inutile dire che quella sottile striscia di mare, che l’Iran potrebbe così facilmente bloccare, vede il passaggio del petrolio non solo dell’Iran stesso, ma anche degli Emirati Arabi, Oman, Iraq e Kuwait. Insomma ci passa un terzo dei carburanti esportati in tutto il mondo! Un eventuale blocco provocherebbe una crisi senza precedenti ed allora sarebbe praticamente inevitabile per le potenze occidentali rimanere a guardare.

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