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Il business dei test d’ingresso

Il business dei test d’ingresso

Un business da 4,5 milioni di euro. Tanto varrà il test d’ingresso alle facoltà di Medicina dislocate sulla penisola. Un giro d’affari di tutto rispetto che va sommato a tutti gli altri test di ammissione, rigorosamente a pagamento, necessari per accedere a tutte le facoltà a numero chiuso. I primi a cominciare saranno gli aspiranti medici: il 4 settembre. A seguire nelle prossime settimane si terranno gli altri test per le facoltà a numero chiuso e le prove di verifica delle conoscenze in ingresso per i corsi ad accesso libero. Un meccanismo obbligato che genera ogni anno un giro d’affari milionario, a spese degli studenti o delle loro famiglie.

 

 

Già, perché se l’accesso alla prova di selezione ha un costo che varia dai 55 ai 120 euro, bisogna ricordare che non è la sola spesa che le famiglie devono sostenere. Spesso i ragazzi che si trovano ad affrontare questa importante tappa della loro vita, vi investono importanti risorse. Quelle per i libri sui cui prepararsi, spesso grandi volumi predisposti per affrontare le materie in modo teorico. Altrettanti testi invece contengono i quiz per verificare la preparazione acquisita. C’è poi chi opta per corsi di preparazione per tentare il tutto per tutto.

 

E’ sicuramente necessario uno sbarramento ma è altrettanto evidente che ci si trova a tirar fuori soldi per quello che è un diritto. Senza contare il fatto che per i corsi ad accesso libero il test iniziale diventa sempre più un puro business. Questo sostengono i sindacati degli studenti: “I corsi a numero chiuso si sono moltiplicati – dichiara Michele Orezzi coordinatore dell’UDU – con università che hanno fatto proliferare i test d’ingresso per incassare soldi dagli studenti. Si tratta di un paradosso, perché si chiede denaro per esercitare un diritto che è quello allo studio”.

 

Limitandoci agli aspiranti medici e dentisti, degli oltre 80.000 iscritti alla preselezione solo 10.132 riusciranno a mettere a frutto l’investimento fatto: uno studente su 8. Questo spinge la maggioranza degli aspiranti medici ad iscriversi a test di altri corsi di laurea affini come biologia o chimica. Alcuni, sfruttando la differente calendarizzazione, tentano lo stesso test anche in università private. Secondo un sondaggio di Skuola.net, infatti, a puntare su un solo test è solo il 40% degli aspiranti. Addirittura il 21 % ha dichiarato che svolgerà più di tre test, mentre il 20% ne svolgerà almeno tre.

 

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