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Grecia, in 10 milioni al voto. Europa col fiato sospeso

Grecia, in 10 milioni al voto. Europa col fiato sospeso

A poco più di un mese dalle inconcludenti elezioni dello scorso 6 maggio, la Grecia torna alle urne per un voto attesissimo a livello mondiale e che sembra essere davvero cruciale per il futuro del Paese e la sua permanenza nell’Euro. La contesa vede come protagonisti i Conservatori di Nuova Democrazia e la sinistra radicale di Syriza piazzatasi seconda al voto del  mese scorso. Il leader di Syriza, Alexis Tsipras, ha dichiarato di voler rimanere nell’euro e promette di denunciare il memorandum che fissa le dure condizioni del prestito internazionale concesso in marzo alla Grecia.

I sondaggi elettorali sono alquanto incerti, anche perché, secondo quanto previsto dalla legge greca, non possono essere pubblicati nelle due settimane precedenti le elezioni. Pertanto, ai primi di giugno, due sondaggi davano in testa Nuova Democrazia, un terzo, invece, Syriza. Sicuramente, le elezioni non sono di poco conto, dal momento che il partito che ottiene più voti ha diritto ad un bonus da 50 deputati in più, in un Parlamento che conta 300 deputati.

Il partito che avrà più voti sarà anche quello che verrà convocato dal presidente per formare un nuovo Governo. Questione sicuramente importante, visto che è probabile che nessun partito riuscirà a governare da solo. La vittoria di Nuova Democrazia, maggiormente gradita a livello europeo e mondiale, potrebbe portare ad una coalizione allargata ai socialisti del Pasok e forse a Dimar (sinistra democratica).

Una vittoria di Syriza potrebbe rendere più difficile la formazione del governo, a meno che Tsipras riesca a raggiungere un compromesso con i partiti pro-prestito internazionale. A sinistra di Tsipras, inoltre, i comunisti del Kke hanno riferito di voler entrare in un governo che faccia uscire la Grecia dall’Euro, mentre Dimar chiede una revisione del prestito ma senza denunciare il memorandum.

Da oggi comincia una nuova epoca per la Grecia”: ha commentato Antonis Samaras, il leader di Nea Dimokratia, subito dopo aver deposto la propria scheda nell’urna in un seggio di Kalamata, città di cui è originario, nel Peloponneso meridionale. “Abbiamo sconfitto la paura e abbiamo aperto la strada alla speranza” è stata invece la dichiarazione di Alexis Tsipras, leader del partito Syriza.

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