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Gaza, c’è l’accordo per una tregua duratura

Gaza, c’è l’accordo per una tregua duratura

Dopo cinquanta giorni di guerra, è stata raggiunta un‘intesa tra israeliani e palestinesi per una tregua duratura  nella Striscia di Gaza. Lo ha annunciato nel pomeriggio di ieri l’esponente di Hamas Musa Abu Marzuk, scrivendo sulla sua pagina Facebook: “I colloqui sono terminati, abbiamo raggiunto un accordo” per una tregua, e lo ha poi confermato il presidente dell’Anp Abu Mazen con un messaggio televisivo. Alle 18 italiane è quindi iniziato lo stop alle armi, malgrado, anche dopo quell’ora, siano stati lanciati ancora razzi dalla Striscia sui villaggi vicini alla frontiera con l’enclave palestinese. Le ultime vittime prima dell’inizio della tregua sono state due civili israeliani centrati da un colpo di mortaio, mentre i raid israeliani di risposta hanno fatto tre morti a Gaza. 

Il ministro degli Esteri egiziano ha reso noto che entro un mese israeliani e palestinesi si incontreranno nuovamente al Cairo per riprendere le trattative indirette su tutti i temi, allo scopo di giungere ad un’intesa politica più vasta. Secondo le prime indiscrezioni, in quest’arco di tempo Israele dovrebbe aprire i suoi confini con Gaza per permettere l’ingresso agli aiuti umanitari e per la ricostruzione della Striscia, oltre al valico egiziano di Rafah, che potrebbe essere controllato dalle forze di sicurezza del presidente Abu Mazen. L’accordo prevederebbe anche l’estensione da tre a sei delle miglia marine in cui sarà consentita la pesca per i navigli di Gaza. Il tutto, chiaramente, a condizione che dalla Striscia non vengano più lanciati razzi verso Israele.

Fra un mese, poi, saranno sul tavolo delle trattative la principale richiesta israeliana, ossia la smilitarizzazione della Striscia, e quella delle fazioni palestinesi, prima fra tutte Hamas, di un aeroporto, un porto e una maggiore possibilità di spostamento per i cittadini di Gaza. Da Israele, per ora, non sono giunti commenti ufficiali alla tregua, mentre Hamas ha cantato vittoria, e il suo portavoce Sabi Abu Zuhri ha affermato in conferenza stampa: “Siamo qui oggi per dichiarare la vittoria della resistenza, la vittoria di Gaza, con l’aiuto di Dio e la determinazione del nostro popolo e la nobile resistenza”. A Gaza, la gente si è riversata in strada per festeggiare la tregua.

In Israele, invece, i consigli comunali delle cittadine vicine alla Striscia, le più soggette al lancio di razzi, hanno espresso la loro contrarietà all’accordo, che hanno definito “una resa al terrorismo”, e molti di loro hanno minacciato di non tornare alle case abbandonate per via del conflitto. Il portavoce del Dipartimento di Stato americano Jen Psaki ha invece reso noto che gli Stati Uniti esprimono “sostegno totale” all’intesa, mentre il ministro degli Esteri italiano Federica Mogherini ha affermato: “Ora è necessario che israeliani e palestinesi avviino al più presto negoziati per una tregua duratura e un’intesa politica che porti finalmente a una soluzione stabile del conflitto”. Il segretario generale dell’Onu Ban Ki-Moon ha espresso l’auspicio che la tregua “sia un preludio a un processo politico come unica strada per raggiungere una pace duratura”.

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