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Garanzia per la verginità matrimoniale, al bando l’imene artificiale

Garanzia per la verginità matrimoniale, al bando l’imene artificiale

In Cina è subito esplosa la vendita di imene artificiale per preservare la verginità delle donne, le quali devono conservarla fino alla prima notte di nozze. Le autorità, però, hanno vietato la vendita in Rete di questo prodotto molto richiesto, in quanto dichiarato pericoloso per la salute. L’imene finto, infatti, causerebbe delle infezioni ai genitali e per questo non ritenuto sicuro dal punto di vista sanitario. Le ragazze, però, hanno da subito apprezzato tale ‘marchingegno’, poiché dava loro la possibilità di avere rapporti sessuali prima del matrimonio, senza perdere la verginità, considerata sacra e indispensabile per due persone che intendono unirsi nel sacro vincolo.

Le relazioni pre-matrimoniali, infatti, non sono viste di buon occhio nella Terra di Mezzo, ma con questo sistema le giovani acquistavano maggior fiducia e più garanzie, anche perché l’imene finto rilascia una membrana gelatinosa che, rompendosi durante il rapporto, rilascia un liquido rosso che funge da sangue. Due piccioni con una fava: le donne, infatti, ottenevano la garanzia di conservare la verginità ‘matrimoniale’, lasciandosi andare al sesso con il proprio partner. Nell’imene artificiale, però, sono contenute delle sostanze dannose per l’organismo femminile che causano infezioni all’apparato genitale. Il prodotto, però, viene presentato con uno slogan decisamente invitante che recita: “Ripristina il divertimento nel matrimonio delle donne“, smentendo, diciamo, anche ciò che sostengono le autorità, ossia “previene infezioni batteriche, elimina gli odori, promuove il metabolismo delle donne, migliora la vita sessuale e migliora la qualità della vita coniugale“.

Molte acquirenti entusiaste, sentita la notizia, si sono subito messe alla ricerca del prodotto anche sul mercato nero, non curandosi dei divieti imposti dalla legge. L’imene artificiale veniva venduto a circa 4 euro, ai quali venivano aggiunte le spese di spedizione. Un rimedio economico, dunque, per far fronte a divieti culturali che lasciano poco spazio a una mentalità aperta che va al di là della  preservazione della illibatezza femminile.

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