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Film anti-Islam: evacuate ambasciate USA di Tunisi e Khartoum

Film anti-Islam: evacuate ambasciate USA di Tunisi e Khartoum

Resta ancora molto alta la tensione nel mondo arabo e musulmano per le tensioni provocate dal film statunitense dissacrante la figura di Maometto e che ha scatenato pesanti reazioni tra i seguaci dell’Islam. Gli Stati Uniti hanno infatti deciso di evacuare le ambasciate di Tunisi e Khartoum e hanno poi chiesto ai cittadini statunitensi di lasciare la Tunisia e di evitare viaggi in quel Paese e in Sudan. Come affermato dal Dipartimento di Stato USA: “I cittadini statunitensi che rimarranno in Tunisia devono usare la massima precauzione ed evitare le manifestazioni”.

Le misure sono state prese dopo che le ambasciate in Sudan e Tunsia sono state violentemente assaltate nell’ambito dell’ondata di proteste contro il video anti Islam. Il governo di Khartoum ha respinto la richiesta americana di inviare una squadra di marines per proteggere l’ambasciata. Nel frattempo, a Kabul, sono state centinaia le persone che hanno protestato in maniera non violenta contro il film. Come riferito dal capo della Polizia Ayoub Salangi: “Circa mille studenti dell’università di Kabul e centinaia di altre persone hanno condotto una manifestazione pacifica in tre parti della citta’ di Kabul. Non vi sono state rivolte, non vi è stata violenza e i manifestanti hanno chiesto che l’autore del film sia processato”.

L’allerta resta alta anche in Libano dove, nella capitale Beirut, sono centinaia di migliaia le persone che si sono riunite per seguire la celebrazione della Messa da parte di Papa Benedetto XVI nel suo terzo giorno di visite. Insieme a Ratzinger c’era anche il patriarca dei cattolici maroniti in Libano, Bechara Rai, mentre a seguire la messa è intervenuto anche il presidente della Repubblica, Michel Suleiman, cattolico maronita. Anche in Egitto continuano le proteste, mantenutesi fortunatamente sempre pacifiche, tanto che anche a Il Cairo sembra essere tornata la calma. Tuttavia, preoccupante si presenta la situazione nel Sinai, dove si troverebbe una cellula di al Qaeda.

 

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