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Falsificata la perizia dei marò in India

Falsificata la perizia dei marò in India

Luigi Di Stefano, l’ingegnere romano che fu perito di parte per il proprietario dell’Itavia nel processo per l’abbattimento del Dc 9 nei cieli di Ustica e che ora sta analizzando minuziosamente tutte le fasi del processo indiano ai due marò italiani, ritiene che il documento balistico che avrebbe dovuto sancire l’effettiva colpevolezza di Massimiliano Latorre e Salvatore Girone sia stato grossolanamente falsificato.

Ricordiamo che i due sono stati accusati di aver ucciso lo scorso 15 febbraio due pescatori indiano al largo di Kochi. L’indagine dell’ingegnere parte dall’analisi del fermo immagine di alcuni video mandati in onda e che si limitavano all’esibizione del frontespizio e delle conclusioni del documento. Ci sono due passaggi della perizia balistica, quelli relativi alla scrittura del mese dell’accertamento e all’associazione dei proiettili repertati ai nomi delle due vittime indiane: Ajeesh Pink, 19 anni, colpito da una pallottola al cuore, e Valentine Jelestine, 45 anni, ucciso con un colpo alla testa, che sarebbero apocrifi, ovvero sarebbero stati redatti con una seconda macchina per scrivere dopo che il testo precedente è stato cancellato. Nel passaggio che cita Pink si vedono anche alcuni residui dello scritto precedente.

Il mese e il nome sono indicati sulla destra, mentre il resto del documento è allineato in maniera ordinata a sinistra. Uguale anomalia viene ripetuta quando si parla del reperto estratto dal cervello del 45enne indiano. Si evincerebbero delle sbavature dovuto all’utilizzo di una macchina per scrivere diversa dalla precedente e molto imprecisa. Ma non mancano i misteri. Nell’accertamento che è stato affidato all’Ufficio del direttore del Laboratorio di Scienza anatomo-patologica del Kerala, il calibro delle pallottole assassine cambia. Da un proiettile 7 e 62 lungo 31 millimetri descritto dal primo anatomo-patologo che ha eseguito l’autopsia sui corpi delle vittime, al 5,56, che rappresenta invece  la misura standard delle pallottole Nato e quindi italiane. Senza contare quella che Di Stefano è l’attività degli oo7 stanziati a Roma che sarebbero in cerca di prove contro i due marò e alla ricerca di esemplari del fucile Beretta Arx 160 che non è in dotazione ai fucilieri del Battaglione San Marco. Che sia dunque tutto un complotto?

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