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Dopo Standard&Poors anche Fitch minaccia un doppio taglio al rating italiano

Dopo Standard&Poors anche Fitch minaccia un doppio taglio al rating italiano

La crisi economica ha martellato un’Italia incapace di muoversi efficacemente e troppo spesso incastrata in giochi politici viziosi e stupidi, che purtroppo in un periodo come questo non hanno fatto altro che farci raggiungere il rischio default quasi quanto paesi come la Grecia o l’Irlanda. Dopo la decisione del governo Berlusconi di farsi da parte e l’arrivo al potere di Mario Monti sembrava che la situazione stesse cambiando, l’Europa ed il Fondo monetario internazionale avevano plaudito alle nuove riforme in programma, ma le agenzie di rating continuano a bocciare il nostro paese.

Dopo il declassamento di Standard&Poors adesso arriva anche la minaccia di Fitch, che con il suo senior manager, Alessandro Settepani, fa sapere che “un taglio di due notch è una delle possibili opzioni. Il comitato valuterà il rating dell’Italia sulla base dei livelli di finanziamento e delle misure per la crescita.” 

Insomma, il managing director, head of business and relationship management della seconda agenzia di rating più importante al mondo fa sapere che l’Italia ha ben poco da rilassarsi e che tutti i sacrifici auto-imposti fino ad ora potrebbero non essere serviti a niente. Già nello scorso dicembre Fitch aveva messo nella categoria dei “credit watch” la A+ dell’Italia, sintomo di una maggiore cautela rispetto a Standard&Poors, ma anche di una confermata tendenza a bocciare il Bel Paese.

Settepani ha voluto spiegare che “un accordo europea a fine mese sul fiscal compact sarà uno dei fattori presi in considerazione per la valutazione del rating dell’Italia” cioè, detto in termini più semplici: neanche dipende da voi. Si rischia quindi che queste manovre fatte dal governo Monti si trasformino da misure eccezionali a regola di vita per un bel po’ prima che l’Italia riesca davvero a risollevarsi, ammesso che i suoi concorrenti glielo permettano. Come annunciato da Settepani in un’audizione alla Camera il declassamento potrebbe avvenire già a fine Gennaio.

 

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