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Arrestato il direttore delle Poste del Senato: spacciava cocaina

Arrestato il direttore delle Poste del Senato: spacciava cocaina

Il direttore dell’ufficio postale del Senato, Orlando Ranaldi, 53 anni, è stato arrestato per spaccio di cocaina. Ranaldi è ritenuto il braccio destro di un boss di origine albanese che gestiva i pusher nella zona sud dell”hinterland di Roma. Insieme al direttore delle Poste, originario di Olevano Romano, sono state arrestate altre nove persone: 3 cittadini albanesi e 6 italiani. Tra questi ultimi vi è anche un vigile urbano del Comune di Valmontone, Stefano Gallo, e un autista di bus di linea, Alessandro Mele. I due avrebbero smerciato la droga per contro dell’organizzazione.

Secondo le prime ricostruzioni sembra che Ranaldi utilizzasse per il traffico di droga l’auto di servizio delle Poste, utilizzata poi anche dal suo complice, ovvero l’agente della Polizia municipale. I due dovranno anche rispondere dell’accusa di peculato. Sembra che ad uno dei complici, arrestato anch’egli, il direttore dicesse: “Non te devi ferma’, devi esse preciso, dobbiamo stare sempre sul pezzo, senno’ ci fanno fuori”.

L’operazione è durata circa 7 mesi, nei quali è emerso che Ranaldi ritirava la droga per poi venderla per conto dell’organizzazione. Grande è lo sconcerto e l’amarezza negli ambienti del Senato, espresso in primo luogo attraverso le parole del Presidente Renato Schifani che ha dichiarato ieri sera a Ballarò:

Sono esterrefatto ma ho già preso contatti con la questura di Velletri per dare l’immediata e totale disponibilità di questa presidenza all’accesso della polizia giudiziaria agli uffici postali ove si dovesse ravvisare l’esigenza di fare delle ricerche utili alle indagini.

Il capogruppo dell’Idv Felice Belisario si è augurato che “Ranaldi non abbia spacciato anche all’interno del Senato” in quanto sarebbe un’aggravante. Belisario ha poi aggiunto che “i controlli sulle azioni dei singoli hanno responsabilità penale, mentre altra cosa sono i controlli a cui devono sottoporsi i partiti che non devono candidare personaggi discutibili”. Aria di forte imbarazzo si respira anche tra i dipendenti dello stesso ufficio postale che hanno dichiarato di essere all’oscuro di tutto.