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Crisi economia, re Juan Carlos si taglia lo stipendio del 7%

Crisi economia, re Juan Carlos si taglia lo stipendio del 7%

La crisi economica si fa sentire e colpisce tutti, ricchi e poveri, nobili o comuni mortali. Ne sa qualcosa anche il Re di Spagna Juan Carlos che, nel quadro di austerità del governo che ha tagliato gli stipendi di tutti i funzionari pubblici, ha deciso di ridursi lo stipendio del 7,1%. Anche il Principe Felipe vedrà ridursi lo stipendio della stessa percentuale. La riduzione sarà di 21.000 euro lordi l’anno per il monarca e di 10.000 per l’erede al trono, sui compensi lordi, che sono rispettivamente di 292.752 e di 141.376 euro l’anno.

Nonostante tutto i reali di Spagna non se la passeranno comunque male rispetto ai normali cittadini, giacché Re Juan Carlos guadagnerà comunque, nonostante i tagli, 272.752 euro, mentre il principe Felipe 136.376.

Re Juan Carlos ha applicato al proprio salario di Capo dello Stato la riduzione percentuale realizzata su quelli dei membri del governo. La stessa sarà applicata anche al personale della Casa Reale che ha rango di ministro.

A causa della crisi economica, l’appannaggio della Casa Reale spagnola, che era stato congelato dal 2010, aveva già subito dei tagli con l’ultima Finanziaria che aveva causato una diminuzione del 2%, passando da 8,43 milioni di euro del 2011 a 8,26 milioni di euro, su richiesta della stessa istituzione monarchica. In ogni caso, è da dire che solo Juan Carlos e Felipe percepiscono uno stipendio, mentre la Regina, le infante Elena e Cristina hanno assegnate solo delle spese di rappresentanza, nella proporzione decisa dal Re.

Il piano di austerity spagnola ha come obiettivo quello di portare ad una riduzione del deficit al 3% per il 2014; per questo l’Iva sarà aumentata dal 18% al 21%, saranno abolite le tredicesime dei parlamentari e degli alti impiegati dell’amministrazione, incrementate le tasse sui tabacchi e sui periodici, le ferie e i permessi dei dipendenti pubblici saranno diminuiti. Niente agevolazioni per l’acquisto della prima casa e per i sussidi di disoccupazione. Senza contare i tagli e le diminuzioni anche per le strutture pubbliche.

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