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Congo, 70 ribelli uccisi. I genitori italiani: “Siamo in pericolo”

Congo, 70 ribelli uccisi. I genitori italiani: “Siamo in pericolo”

Cresce la tensione in Congo, dove ieri uomini armati hanno attaccato l’aeroporto e la tv di Stato nella capitale Kinshasa, e altri scontri si sono verificati nella città di Lubumbashi. Fonti ufficiali hanno reso noto che oltre 70 ribelli sono stati uccisi oggi a Kinshasa e a Lubumbashi”, mentre fonti diplomatiche hanno poi fatto sapere che nella capitale la situazione sta tornando “sotto controllo delle forze di polizia locali che hanno ripreso il controllo di tutti i punti nevralgici, compresa la sede della tv pubblica”. A Kinshasa, alcuni giornalisti della Radio-televisione nazionale (Rtnc) sono stati presi in ostaggio da giovani armati, che, prima di interrompere le trasmissioni, hanno letto in video un messaggio che sembrava rivolto al presidente della Repubblica democratica del Congo, Joseph Kabila, e che diceva: Gideon Mukungubila è venuto a liberarti dalla schiavitù dei ruandesi”.

Nel 1997, infatti, forze ruandesi aiutarono il padre di Kabila, Laurent, a rovesciare il dittatore Mobutu Sese Seko. I ribelli sarebbero seguaci del leader religioso Joseph Mukungubila Mutombo, già candidato alle elezioni presidenziali del 2006. In una lettera aperta del 5 dicembre, Mukungubila aveva criticato la gestione del paese e aveva pronunciato parole di odio per il vicino Ruanda. Il leader religioso si dichiara “profeta dell’eternità” e dice di essere direttamente ispirato da Dio. Il ministro dell’Informazione congolese ha riferito alla Bbc che l’esercito ha respinto l’attacco e la città sta tornando alla normalità. Sempre la Bbc ha riferito che la Rtnc ha poi ripreso regolarmente le trasmissioni e alle 10 (ora locale) ha trasmesso un notiziario in francese, nel quale però non ha parlato dell’assalto dei ribelli.

A Kinshasa si trovano anche le 26 coppie italiane bloccate con i bambini che hanno adottato, e avrebbero chiesto alle autorità italiane di poter partire con i piccoli con passaporti diplomatici temporanei, ma la risposta sarebbe stata negativa. Un papà, Enrico, ha scritto all’Ansa: Siamo in pericolo. Vi prego di aiutarci a sollecitare la Farnesina ad adoperarsi per tornare a casa”. Contattato dalla Farnesina, il papà ha poi precisato: “Non siamo noi direttamente in pericolo perchè stiamo in periferia, ma la situazione non ci lascia tranquilli”. Un’altra coppia di genitori, Michela Gentili e Andrea Minocchi, ha telefonato ai parenti, dicendo: “Oggi ci hanno comunicato che le adozioni sono chiuse almeno fino a settembre-ottobre 2014. Fate qualcosa, aiutateci a tornare con i bambini...

Da Palazzo Chigi, il premier Enrico Letta ha espresso vicinanza” alle famiglie italiane, spiegando inoltre che il governo sta lavorando per risolvere la vicenda, e ha annunciato che una delegazione di funzionari congolesi è attesa a breve a Roma, mentre il primo ministro congolese si è impegnato a velocizzare il riesame delle adozioni, disponmendo che i casi italiani siano verificati per primi”. Il ministro degli Esteri Emma Bonino ha fatto sapere invece che è stata “rafforzata l’ambasciata in loco inviando due persone”, e ha confermato l’impegno del governo. L‘Unità di crisi della Farnesina ha invitato gli italiani presenti a Kinshasa a non lasciare i loro alloggi ed è in “costante contatto con le famiglie bloccate nel Paese per adozioni”.

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