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Centinaia di gufi abbandonati dopo la fine di Harry Potter

Centinaia di gufi abbandonati dopo la fine di Harry Potter

Molta gente pensa agli animali come ad una moda passeggera e non come ad esseri senzienti e con dei sentimenti. Questa errata corrente di pensiero è la causa dell’abbandono di centinaia di gufi, dopo la fine della saga di Harry Potter. Diversi gufi sono, infatti, stati abbandonati in giro per la Gran Bretagna, ora che la moda di avere un gufo come animale domestico è passata: “Prima dei film, avevo sei gufi tra i miei ospiti. Ora sono più di cento ed è tutta colpa di Harry Potter“, ha dichiarato al Daily Mirror Pam Toothill, gestore dell’Owlcentre – centro di protezione animali – di Crowen, nel Galles del nord.

Nella saga, il mago Harry ha, infatti, un gufo bianco di nome Hedwig (tradotto Edvige in italiano): “La gente ha pensato “quanto sono carini” e li ha comprati, ma sono animali difficili da curare ed anche abbastanza costosi. Inoltre, hanno bisogno di spazio per “sgranchirsi” le ali almeno cinque volte al giorno. Una signora teneva il suo gufo all’interno del comodino al fianco del letto ed un tizio aveva un gufo da quasi due metri di apertura alare all’interno del suo bilocale: una follia, è chiaro che la gente non ha riflettuto abbastanza prima di comprare un gufo“, ha spiegato Toothill, parlando della poca conoscenza degli animali che hanno alcune persone.

Non è la prima volta che si verifica una follia del genere, ma è già successo in passato che i diritti degli animali fossero meno importanti della moda del momento. Ad esempio, accadde durante la mania per le Tartarughe Ninja o per il pesciolino Nemo, quando molte tartarughe e pesci tropicali furono abbandonati nelle fontane pubbliche o gettati nei condotti delle acque di scarico; così come accadde anche dopo il film Hachiko con Richard Gere, quando diversi cani furono adottati e poi abbandonati, perché non adatti alle temperature europee e, soprattutto, alla vita d’appartamento.

E così, con il concludersi della saga, anche questa volta a farne le spese saranno proprio gli animali o, in questo caso, il gufo; il quale in natura è abituato a procacciarsi il cibo da solo ed ha bisogno di moltissimo spazio per sbattere le ali ripetutamente durante l’arco della giornata. In questi ultimi mesi, molti esemplari vengono portati presso i rifugi o trovati nei boschi malnutriti ed in punto di morte in quanto, essendo sempre stati abituati alla vita domestica, hanno pochissime possibilità di sopravvivenza in libertà.

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