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Montecitorio, crolla affresco dell’800 nella Sala della Lupa

Montecitorio, crolla affresco dell’800 nella Sala della Lupa

Anche i quadri a Montecitorio danno segni di cedimento. Stamattina sono stati rinvenuti nella sala della Lupa dei frammenti di intonaco distaccatisi dall’affresco raffigurante l‘Allegoria di Roma, dipinto da Ignazio Perricci nel 1884. L’Ufficio Stampa delle Camera ha immediatamente fatto saper che sono stati effettuati dei sopralluoghi tecnici da parte della Direzione generale dei beni paesaggistici del Lazio, che in breve tempo provvederà ad effettuare dei lavori di ripristino. La parte figurativa dell’opera non sarebbe stata danneggiata. Il crollo investirebbe una superficie di meno di un metro quadrato su un totale di 25 metri quadrati.

Ignazio Perricci dipinse il grande affresco per celebrare la consacrazione di Roma come Capitale. Nell’affresco si riconoscono l’Italia, rappresentata da una figura femminile con la corona turrita, e Roma, simboleggiata, come tradizione, dalla Lupa. Fra le nuvole sono poi evidenti alcuni episodi celebri della storia della Nazione, come l’incontro avvenuto nel 1860 fra Giuseppe Garibaldi e Vittorio Emanuele II a Teano. In basso si può invece leggere la scritta: ”A Roma ci siamo e vi resteremo”, pronunciata dal Re, appena giunto in quel della Capitale.

La sala della Lupa è il salone più ampio dell’ala di impronta berniana. Essa deve il suo nome alla presenza di una scultura della lupa romana in bronzo. L’ambiente fastoso è arricchito dagli arazzi fiamminghi presenti sulle pareti. In questa sala fu proclamato il risultato del referendum istituzionale del 2 giugno 1946 con il quale l’Italia divenne di fatto una Repubblica.

Oltre all’Allegoria di Roma, il pittore pugliese ha decorato anche alcuni ambienti del Quirinale, sede della Presidenza della Repubblica, come la Sala degli Specchi. Nel periodo sabaudo Perricci attuò tra il 1876 e il 1877 quella che fu una radicale trasformazione della ‘Camera da pranzo‘ dell’appartamento dei principi Umberto e Margherita in una vera e propria sala da ballo con tanti specchi e pareti dipinte in oro e bianco porcellana secondo delle precise indicazioni di decoro volute da Luigi XV.

 

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