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Bruxelles, ferito e arrestato un sospetto. Un’italiana tra le vittime

Bruxelles, ferito e arrestato un sospetto. Un’italiana tra le vittime

Nuove operazioni antiterrorismo della polizia in Belgio e Germania nella mattinata di venerdì, a tre giorni dagli attentati che hanno insanguinato Bruxelles, all’aeroporto di Zaventem e alla metropolitana di Maelbeek, causando 32 morti e almeno 260 feriti. A Bruxelles, in particolare, sono state arrestate tre persone nei raid effettuati nei quartieri di Forest, Saint Gilles e Schaerbeek, dove le teste di cuoio hanno ferito alle gambe e fermato un uomo che per i media belgi sarebbe un pesce grosso dell’Isis, ma la procura ha smentito le prime indiscrezioni secondo le quali si tratterebbe di Mohamed Abrini, uno dei super ricercati per gli attentati di Parigi dello scorso 13 novembre nonché complice di Salah Abdeslam, il terrorista arrestato pochi giorni fa. Stando ad una prima ricostruzione, l’uomo arrestato venerdì a Schaerbeek avrebbe circa 40 anni e avrebbe tentato di prendere in ostaggio una donna e un bambino, prima di essere bloccato dai poliziotti, che gli hanno sparato alle gambe. Sarebbe stato poi messo in sicurezza lo zaino che egli teneva con sé, che si temeva fosse una bomba ma così non era, ma, secondo il quotidiano belga Dernière Heure, egli indossava un gilet con dell’esplosivo.

Fonti della polizia francese hanno fatto sapere che le operazioni condotte nella capitale belga sarebbero collegate all’arresto, effettuato giovedì a Parigi, di Reda Kriket, 34 anni, sospettato di preparare un attentato e nella cui casa di Argenteuil sono stati rinvenuti kalashnikov, armi e TATP, ossia perossido di acetone, un esplosivo artigianale adoperato negli attentati del 13 novembre a Parigi e di martedì scorso a Bruxelles. Nella capitale belga, giovedì sera, sarebbe stato arrestato anche Faysal C (o Cheffou), un sedicente giornalista indipendente, ritenuto invece un reclutatore e che, secondo “Le Sour”, sarebbe il terzo attentatore di Zaventem, quello fotografato con una giacca chiara e un cappello scuro assieme ai kamikaze:  egli rifiuta di collaborare ma finora non è stato incriminato. Il presidente francese Francois Hollande ha affermato intanto che la cellula terroristica responsabile degli attacchi di Parigi e Bruxelles sta per essere “annientata” ma “ci sono altre cellule”.

Il ministro della giustizia belga Koen Geens, intervenendo alla Camera, ha invece riferito che “dopo gli attentati di Bruxelles Salah Abdeslam non vuole più parlare”, mentre, secondo “Le Monde”, nell’interrogatorio dello scorso 19 marzo egli avrebbe detto che la mente degli attentati di Parigi sarebbe stata Abdelhamid Abaaoud, morto nell’assalto al covo di Saint-Denis. Intanto , la tensione rimane molto alta anche in Germania, dove è scattato un allarme bomba nella stazione di Bonn, che è stata ispezionata dalla polizia con i cani antiesplosivo, mentre i treni sono stati fermati. Sempre in Germania, sono state inoltre arrestate due persone sospettate di essere collegate alle stragi: uno avrebbe ricevuto messaggi sospetti sul cellulare e frequentava gli stessi ambienti dei kamikaze, mentre l’altro è un marocchino di 28 anni sospettato di trovarsi con Salah Abdeslam quando questi è stato arrestato, e, al momento del fermo, aveva una falsa patente italiana. Secondo i media tedeschi, uno dei due arrestati avrebbe avuto precedenti penali in Italia e in Germania.

Vi sarebbe inoltre, secondo quanto rivelato dai media spagnoli e poi ripreso da “La Dernière Heure”, un nuovo ricercato sia per gli attentati di Parigi che per quelli di Bruxelles: sarebbe Naim Al Hamed, un siriano di 28 anni, originario di Hama, che per il sito belga sarebbe “molto pericoloso e forse armato”. “La Dernière Heure” ha inoltre rivelato che un poliziotto di Mechelen, nel nord del Belgio, era venuto a conoscenza dell’indirizzo di Abdeslam già lo scorso 7 dicembre, e lo aveva inserito in un rapporto confidenziale destinato alla cellula antiterrorismo della polizia giudiziaria federale di Bruxelles, ma tale rapporto sarebbe rimasto sotto chiave per tre mesi nella centrale di polizia di Mechelen. La Farnesina ha invece confermato ufficialmente che negli attentati nella capitale belga sono morte anche l’italiana Patricia Rizzo, che finora era stata per dispersa, e Jennifer Scintu Waetzmann, cittadina tedesca di origini italiane.

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