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Bimbo preso con forza dalla polizia, le scuse del Governo

Bimbo preso con forza dalla polizia, le scuse del Governo

Il Governo italiano porge le sue più sentite scuse in ordine all’ormai arcinota vicenda del bimbo di 10 anni di Cittadella (Padova) che, conteso dai genitori, è stato prelevato con forza dalla polizia dinanzi alla scuola che frequenta e portato in una comunità in esecuzione di un’ordinanza della sezione Minori della Corte d’Appello di Venezia. Carlo De Stefano, sottosegretario al ministero dell’Interno, riferendo nell’aula della Camera sul bimbo, la cui patria potestà è stata affidata dal giudice al padre, ha dichiarato:

La scena del trascinamento del minore richiede che vengano espresse anche le scuse del governo. La crudezza di quelle immagini offusca e rischia di far dimenticare tutti gli altri casi in cui le forze di polizia operano a tutela dei più fragili e indifesi. 

Il tutto giudicando il comportamento dei poliziotti “non adeguato a un contesto ambientale difficile e ostile che avrebbe potuto suggerire altre modalità operative”. Il sottosegretario ha fatto poi riferimento anche alla reazione esagerata dell’ispettore capo di Polizia di fronte alla richiesta del papà del bambino di esibire il provvedimento giudiziario: “L’ispettore ha replicato con espressioni non professionali” ha risposto, infatti, De Stefano.

Il sottosegretario ha però definito necessario l’intervento delle forze dell’ordine:

Chiunque ha visto quelle immagini ha provato sdegno e disagio ma l’intervento della Polizia era determinato dalla necessità di dare assistenza agli operatori sociali per attuare il provvedimento giudiziario adottato a tutela del minore.

Ha espresso la sua opinione in merito alla vicenda anche il ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri, che ha detto, a margine dell’inaugurazione del nuovo centro operativo della Dia di Palermo:

La vicenda del bambino di Padova ha colpito la nostra emotività. Il capo della polizia ha aperto una inchiesta. Occorre sapere, comunque, prima di sbilanciarsi, e conoscere come sono andate realmente le cose. L’unica certezza al momento è che la vittima è il bambino.

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