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Berlusconi: “Vedrò Bersani”. Napolitano elogia le larghe intese

Berlusconi: “Vedrò Bersani”. Napolitano elogia le larghe intese

Silvio Berlusconi, intervenendo al Tg4, ha fatto sapere che presto incontrerà il segretario del Pd Pierluigi Bersani: Finalmente l’onorevole Bersani si è aperto, si è reso disponibile a un incontro. La data non è stata ancora fissata, ma la posizione del Pdl la conoscono tutti, bisogna dare subito un governo stabile al Paese, per prendere i provvedimenti indispensabili e urgenti per l’economia” ha affermato. L’incontro potrebbe svolgersi giovedì. Bersani, per ora, sembra rimanere contrario ad un governissimo: “Ci vuole un governo che possa agire univocamente e non viva di equilibrismi, di precarie composizioni di forze contrastanti“, non esistono altre ipotesi, altrimenti, ha spiegato, “predisporremmo solo il calendario di giorni peggiori”.

Il segretario democratico non vuole quindi concedere aperture, ma nel partito parecchi, ormai, non la pensano così, e rischia quindi di trovarsi isolato. Berlusconi, dal canto suo, sarebbe disponibile ad un governo anche guidato da Bersani, ma che coinvolga parte del Pdl e a condizione che il prossimo presidente della Repubblica sia una personalità “gradita” anche al centrodestra. L’attuale capo dello Stato, intanto, nel commemorare al Senato la figura di Gerardo Chiaromonte, storico dirigente del Pci scomparso vent’anni fa, sembra elogiare le “larghe intese“, ricordando quanto avvenne nel 1976, quando, in piena crisi economica e con la sfida del terrorismo sempre più pressante, si arrivò ai governi di solidarietà nazionale, come il terzo governo Andreotti, un esecutivo Dc basato sulla “non sfiducia” del Pci e degli altri partiti.

Tali governi avrebbero dovuto comprendere gradualmente anche membri del Pci, ma l’esperimento ebbe termine con l’uccisione di uno dei suoi principali fautori, Aldo Moro, da parte delle Br. Napolitano ha dichiarato:

“Al di là di ogni discorso ristretto all’area delle forze di sinistra, il senso di una funzione e responsabilità nazionale democratica guidò Chiaromonte nella grande crisi e svolta del 1976, impegnandolo in prima linea al fianco di Enrico Berlinguer nella scelta e nella collaborazione di una gestione di governo con la Democrazia Cristiana dopo decenni di netta opposizione. E ci volle coraggio per quella scelta di inedita larga intesa e solidarietà, imposta da minacce e prove che per l’Italia si chiamavano inflazione e situazione finanziaria fuori controllo e aggressione terroristica allo Stato democratico come degenerazione ultima dell’estremismo demagogico”.

Il presidente della Repubblica ha inoltre sottolineato il valore positivo della visione della politica come responsabilità cui non ci si può sottrarre“, e, facendo probabilmente riferimento, seppur in maniera indiretta, a Grillo, ha affermato: Certe campagne, che si vorrebbero moralizzatrici, in realtà si rivelano nel loro fanatismo negatrici e distruttive della politica“.

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