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Bambina violentata e uccisa a Benevento, l’avvocato: “C’erano graffi sulla schiena”

Bambina violentata e uccisa a Benevento, l’avvocato: “C’erano graffi sulla schiena”

Si infittisce il giallo sulla morte di Maria Ungureanu, la bambina di nove anni trovata morta domenica sera nella piscina di un resort a San Salvatore Telesino, in provincia di Benevento, e che, secondo l’autopsia, sarebbe stata stuprata. Vi è al momento un indagato, un ragazzo rumeno di ventuno anni, Daniel Ciocan, che in serata, accompagnato dal suo avvocato Giuseppe Maturo, è arrivato alla caserma dei carabinieri di Cerreto Sannita per essere interrogato dal procuratore Giovanni Conzo e dal sostituto Isabella Scamarcio. In seguito è giunta in caserma anche la madre del giovane, che ha affermato: “Non siamo stati noi, non è stato mio figlio. Cercherò io chi ha ucciso la bambina“. Michele D’Occhio, legale della famiglia della vittima, ha invece rivelato che dall’autopsia “sono stati rilevati dei graffi sulla schiena”, senza però fornire altri dettagli su tali segni, e senza fornire particolari sugli accertamenti riguardanti la violenza sessuale effettuati durante l’autopsia.

L’avvocato ha poi spiegato: I genitori di Maria sono profondamente turbati perché l’indagato era considerato persona di famiglia, che “spesso veniva aiutata anche a cercare lavoro“, e loro, ha aggiunto, “mi hanno raccontato che la bambina è tornata a casa dalla chiesa e poi è uscita per partecipare alla processione e poi è scomparsa”. Mercoledì i carabinieri hanno ascoltato per diverse ore anche i genitori della bambina, probabilmente per ricostruire le sue ultime ore di vita. Daniel, invece, ha raccontato che, nel tardo pomeriggio di domenica, Maria lo avrebbe cercato perché c’era un’altra bambina che le dava fastidio, e poi sarebbero saliti in auto per andare a Telese a prendere una sorella del giovane, ma non sarebbero mai arrivati lì perché le strade erano chiuse al traffico per una gara podistica.

I due sarebbero quindi tornati a San Salvatore Telesino, dove Maria, ha aggiunto Daniel, alle 8 è uscita dalla vettura dinanzi alla chiesa, dove ci hanno visto tante persone, poi egli si sarebbe recato in macchina a casa di un vicino, quindi dal fratello, a Castelvenere, e infine a Telese, in compagnia di numerosi amici. Egli, dinanzi agli investigatori e al suo legale, ha cercato di difendersi dicendo: “Sono innocente, non avrei mai potuto farle del male. Per me era come una sorella”. Secondo il suo avvocato, i graffi rinvenuti sul corpo della vittima potrebbero rivelarsi una prova della sua innocenza, perché potrebbero essere stati causati dall’ingresso nel resort attraverso un piccolo foro nella rete di recinzione, da cui potrebbe essere passata una persona esile come la bambina, non il ragazzo, perlomeno non senza provocarsi lui stesso dei graffi, che invece non ha.

Il legale ha inoltre dichiarato: “Con le ipotesi accusatorie contestategli, ritengo che non ci siano troppi elementi a suo sfavore, altrimenti sarebbe stato già portato in carcere”. Il padre della vittima. Mario Ungureanu, però, non crede al giovane: “Quando la notte scorsa, nella caserma dei Carabinieri, mi ha detto che domenica pomeriggio avrebbe voluto telefonare per avvisarmi che Maria, dopo la celebrazione della messa, era andata con lui a Telese, mi sono gelato. Gli ho detto: Se eri amico mio, perché non l’hai fatto? Non hai pensato che fossi preoccupato? Ma come, sei andato a Telese quando la città era inaccessibile per una corsa podistica? A questa domanda lui mi ha risposto che è tornato subito lasciando Maria dove l’aveva presa” ha affermato. Anche la madre Andrea non si capacita di quanto avvenuto, e ha continuato a ripetere: “Non ci posso credere, ce l’ho sempre davanti ai miei occhi”. Intanto don Franco Pezone, il parroco della chiesa frequentata dalla bambina, ha lanciato un appello: Se qualcuno ha visto qualcosa deve parlare”. Il sacerdote conosce bene anche Daniel, che ha definito come “un ragazzo tranquillo”. 

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