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Badante sgozzò anziana: assolta perché spinta al gesto dai vampiri

Badante sgozzò anziana: assolta perché spinta al gesto dai vampiri

La popolazione italiana è fra le più anziane del mondo e questo comporta tutta una serie di problematiche sociali ed economiche che non è possibile comprendere pienamente in poche righe, tuttavia uno dei problemi più diffusi è la mancanza di assistenza qualificata per aiutare gli anziani a svolgere anche le più semplici incombenze quotidiane. Essendo un lavoro considerato ingrato finisce con l’essere affidato principalmente ad immigrati.

Il problema è che spesso questi immigrati non hanno alcuna preparazione e sono solo persone che non avendo altro modo per rimanere in Italia si lanciano in un lavoro che non sanno svolgere. Il problema è che questo tipo di lavoro richiede oltre ad una buona preparazione anche una pazienza ferrea e dei buoni nervi, condizione che evidentemente per Nataliya Shynyan, la badante 31enne che uccise la sua anziana assistita, non aveva.

Il giudice per le indagini preliminari (gip), Piervittorio Farinella, ha disposto per lei sei anni di ospedale psichiatrico giudiziario in quanto incapace di intendere e di volere. L’anziana Elsa Morigi aveva 88 anni e da alcuni anni non era più autosufficiente, per cui i parenti l’avevano affidata alla badante ucraina, sperando di consegnarla in mani sicure.

Peccato che quelle stesse mani hanno impugnato il pugnale che ha squarciato la gola alla donna e quando la polizia di Ravenna, città in cui è avvenuto il delitto, la hanno interrogata sul motivo del suo gesto lei ha risposto che: “ad obbligarmi sono stati i vampiri, ho dovuto farlo altrimenti avrebbero sgozzato me.” 

Questa sua dichiarazione è stata la base su cui la difesa ha costruito l’impianto che ha costretto il gip ad emettere una simile sentenza. L’accusa aveva ribattuto che ad eccezione di quell’episodio la carnefice non aveva mostrato ulteriori segni di alterazione ed il delitto commesso nel marzo scorso potrebbe non essere una conseguenza del malessere mentale, ma la causa che lo ha provocato


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