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“Baby squillo” romane, arrestato fotografo delle modelle

“Baby squillo” romane, arrestato fotografo delle modelle

Si allarga l’inchiesta sulle “baby squillo” romane. I carabinieri del Nucleo investigativo di Roma hanno infatti arrestato Furio Fusco, titolare di una nota agenzia di modelle e attori per spot televisivi operante nella capitale, con le accuse di adescamento di minori, pornografia minorile aggravata e prostituzione minorile in danno di alcune ragazze minorenni. L’indagine, condotta dal procuratore aggiunto Maria Monteleone e dal pubblico ministero Cristiana Macchiusi, è iniziata in seguito ad un’inchiesta giornalistica sul fenomeno delle “baby squillo” che ha portato all’acquisizione di alcune testimonianze riguardo presunte attività illecite attribuibili all’uomo, secondo le quali questi, nell’esercizio della sua attività professionale, avrebbe spesso proposto a ragazze di età compresa fra i 14 e i 17 anni la realizzazione di servizi fotografici di nudo in pose sessualmente provocanti, dicendo loro che questo sarebbe stato l’unico modo per arrivare rapidamente al successo nel mondo della moda e dello spettacolo.

Sarebbero oltre cinquanta le minorenni coinvolte, delle quali molte provenienti da alcuni dei più noti licei romani e residenti fra i quartiere Trieste e Parioli, due fra i più benestanti della capitale. Le indagini, avviate lo scorso maggio dai carabinieri di via In Selci, hanno permesso di ottenere in breve tempo importanti riscontri alla fondatezza delle testmonianze acquisite, mostrando come l’uomo prospettasse alle ragazze, anche minorenni, che si recavano alla sua agenzia in cerca di lavoro o che talvolta contattava lui stesso su Facebook, un facile successo nel mondo dello spettacolo tramite la realizzazione di book fotografici con immagini sessualmente provocanti, capendo subito quali erano le giovani disposte ad incontrarlo anche all’insaputa dei genitori, a posare senza pudore in foto pornografiche, nonchè a prestarsi ad atti sessuali durante il servizio.

Fusco, secondo le testimonianze, avrebbe esercitato pressioni psicologiche per indurre le giovanissime ad accettare di farsi fotografare in atteggiamenti provocanti. L’uomo sarebbe stato inoltre consapevole della minore età delle ragazze, al punto da aiutarle a falsificare le generalità sui documenti affinchè risultassero maggiorenni in occasione della partecipazione ai casting. I carabinieri ieri hanno perquisito assieme agli esperti informatici due appartamenti riconducibili a Fusco, dove, oltre ad una collezione di “sex toys”, è stato rinvenuto un vastissimo materiale digitale, fatto di migliaia e migliaia di foto. Gli inquirenti dovranno ora distinguere le minorenni e capire dove finivano gli scatti più osceni per individuare complici dell’uomo, che si trova ora nel carcere di Regina Coeli, e lo studio fotografico dove egli svolgeva la sua attività.

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