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Aumenta l’Iva dal 20 al 21% ed il prezzo della benzina vola

Aumenta l’Iva dal 20 al 21% ed il prezzo della benzina vola

La manovra economica ha, come ormai tristemente sanno tutti gli Italiani, introdotto un aumento dell’Iva piuttosto consistente, si è passati dal 20% al 21%. Il governo ha assicurato che dalla manovra non sarebbero stati toccati tutti i beni di prima necessità e che in definitiva non ci sarebbero stati aumenti sui prodotti che colpirebbero maggiormente le fasce più povere della popolazione. Peccato che ad aumentare siano proprio i prodotti essenziali come alimentari e benzina!

Corre irrefrenabile il prezzo consigliato ai distributori dei principali produttori. Oggi il prezzo della benzina da Esso sfiora gli 1,7 euro al litro (1,646 euro al litro per essere precisi), mentre Tamoil arriva a 1,547 euro al litro. Per quanto riguarda il Diesel si passa dall’1,514 di Esso per arrivare anche all’1,525 di Q8. Come sempre il gpl si posiziona alla fine della classifica dei prezzi dei carburanti, subendo comunque un notevole aumento, a quota 0,723 euro al litro con Eni mentre 0,742 di TotalErg.

Le associazioni per la difesa dei consumatori come Coldiretti si sono dichiarate indignate per questa stangata; infatti da molto tempo stavano cercando di indurre una diminuzione del prezzo dei carburanti adducendo che ai continui aumenti dovuti alle oscillazioni del prezzo del greggio sui mercati non corrispondeva un’eguale diminuzione nei casi opposti. Grave anche il rischio di speculazione sulla vendita al dettaglio, rischio troppo facile in una congiunzione economica grave come questa, in cui il cliente non deve accettare passivamente frasi come “hanno aumentato l’Iva, è normale che aumenti tutto.”

Sempre Coldiretti si dichiara scontenta della misura che aumenta l’Iva, sostenendo che sarebbe stato molto meglio tassare beni di lusso piuttosto che cose necessarie alla sopravvivenza delle famiglie. “Corriamo così lo stesso rischio del periodo in cui introdussero l’euro, aumenti indiscriminati dei prezzi dovuti agli scarsi controlli. Ancora oggi noi paghiamo aumenti esemplificabili dall’equazione 1000 lire = 1 euro” spiega il portavoce Coldiretti.

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