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Assange attacca Obama: “Grazie all’Ecuador parlo da uomo libero”

Assange attacca Obama: “Grazie all’Ecuador parlo da uomo libero”

Julian Assange in video-collegamento da Londra con il quartier generale delle Nazioni Unite ha, per così dire, sfidato il Presidente degli Stati Uniti d’America Barack Obama, dichiarando che mentre quest’ultimo sostiene la libertà di parola in Medio Oriente, continua parallelamente a “perseguitare” la sua organizzazione, responsabile di aver messo in rete i clablogrammi riservati della diplomazia statunitense. ”Grazie all’Ecuador che mi ha permesso di esprimermi da uomo libero”, dice Assange.

Le autorità militari degli USA, infatti, hanno designato sia Assange che Wikileaks come nemici in quanto, secondo documenti ottenuti dal Sydney Morning Herald, alcuni documenti declassificati di controspionaggio dell’Aeronautica statunitense (Usaf) confermano che i militari statunitensi che entrano in contatto con Wikileaks, o con coloro che lo sostengono, rischiano di essere incriminati per aver ”comunicato con il nemico”, commettendo dunque un reato punibile addirittura con la pena capitale.

I documenti concernono un’indagine dell’Usaf riguardante un loro analista che avrebbe manifestato sostegno per Wikileaks, partecipando anche a delle manifestazioni pro-Assange a Londra. Nel frattempo, oggi a New York si svolgerà un incontro tra le autorità ecuadoriane e quelle britanniche nel tentativo di risolvere questo temporaneo incidente diplomatico che va avanti ormai da 3 mesi e che potrebbe ancora protrarsi a lungo. I ministri degli Esteri di Ecuador e Regno Unito, Ricardo Patino e William Hague, si incontreranno nel pomeriggio per parlare delle richieste di Quito da soddisfarsi affinché Assange possa lasciare l’ambasciata londinese.

Patino, sebbene non aperto al dialogo, non esclude che il caso di Assange possa però essere portato in giudizio dinanzi alla Corte Internazionale di Giustizia e ha dichiarato pertanto:

Se dopo un tempo ragionevole i negoziati politico e diplomatico non avanzano, non ci rimarra’ altra alternativa che ricorrere alle istanze giudiziarie, alla Corte Internazionale di Giustizia dell’Aja. Non c’e’ un’altra alternativa. Cosa volete che il signor Assange rimanga per 15 anni confinato nella nostra sede diplomatica?

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