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Approvato il decreto su costi della politica, stretta per le Regioni

Approvato il decreto su costi della politica, stretta per le Regioni

Cosa cambia con l’approvazione da parte del Consiglio dei ministri del decreto legge sui costi della politica? Scopriamo nel dettaglio le nuove misure anti-spreco.

 

 

TRASPARENZA


L’ammontare di redditi e patrimoni di consiglieri e assessori regionali dovranno essere di pubblico dominio come quelli dei ministri. Oltre alle retribuzioni verranno infatti elencate online anche le proprietà immobiliari e le automobili possedute.

 
SPENDING REVIEW PER LE REGIONI

Il decreto legge prevede una serie di misure per la revisione dei costi degli enti regionali:

  • verrà fissato un tetto massimo di 30 euro per i gettoni di presenza;
  • i compensi dei vertici degli organi di direzione e controllo saranno decurtati del 10%;
  • sarà apportata una riduzione dei componenti dei consigli di amministrazione;
  • le spese per convegni e auto blu subiranno un taglio netto;
  • gli stipendi di manager e dipendenti pubblici non potranno superare un limite massimo prefissato;
  • un certo margine di risparmio verrà conseguito grazie alla revisione degli affitti e alla possibilità di cancellare gli enti strumentali.

Questa misura sarà condizione imprescindibile perché gli enti regionali ottengano i fondi concessi dallo Stato. Il termine per allinearsi alle nuove disposizioni è il 30 novembre 2012, tuttavia, qualora sia necessario apportare modifiche allo Statuto, le Regioni hanno sei mesi di tempo per adeguarsi.

 
LIMITI ALLE INDENNITA’ DEGLI ASSESSORI


Entro il 30 ottobre 2012 la Conferenza Stato-Regioni dovrà fissare il tetto massimo per le indennità degli assessori, che verrà individuato in base ai parametri della Regione più virtuosa. Qualora tale scadenza non dovesse essere rispettata, spetterà al presidente del Consiglio, su proposta del ministero dell’Interno, emanare in merito un decreto da adottare nei successivi 15 giorni.

 
OBBLIGO DI RENDICONTO E CONTROLLI


Gli enti locali dovranno stilare un regolamento per i controlli interni, e le Regioni non in regola, potranno subire lo scioglimento dei Consigli da parte dei prefetti.
I documenti dei gruppi consiliari regionali verranno sottoposti all’esame della Corte dei Conti e qualora questa accerti “squilibri economici-finanziari” o “mancata copertura delle spese”, le amministrazioni regionali avranno due mesi di tempo dalla comunicazione per rimediare.

 
FONDI AI GRUPPI CONSILIARI


I fondi ai gruppi consiliari potranno arrivare a essere ridotti anche del 90-95%, come specificato dal Sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Antonio Catricalà.
I gruppi non in regola perderanno il diritto all’erogazione dei fondi.
Inoltre, i contributi ai monogruppi saranno erogati solo se questi saranno quelli che risultano così composti all’esito delle elezioni.

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