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Anonymous, nuovo attacco: la vittima è il parlamentare Maurizio Paniz

Anonymous, nuovo attacco: la vittima è il parlamentare Maurizio Paniz

Anonymous torna a colpire. Il termine tecnico è «defacing». Gli ormai celebri pirati informatici che utilizzano il volto  ormai emblematico di mister V hanno stavolta colpito Maurizio Paniz, avvocato e deputato del Pdl che, insieme con Domenico Scilipoti, ha chiesto e ottenuto dalla magistratura la chiusura del portale dedicato alla strage del Vajoint. Anonymous ha infatti per qualche ora oscurato il sito dell’avvocato. “Salve Maurizio Paniz, piacere di conoscerla. We are Anonymous”, questo il messaggio che è compraso per qualche ora nella home page del sito di Paniz, che comunque è rimasto inattivo per tutta la giornata. L’incursione informatica è stata dunque la risposta degli hacker italiani all’oscuramento del sito Vajont.info, disposto dal gip di Belluno Aldo Giancotti su richiesta proprio di Paniz, che aveva chiesto l’oscuramento del dito per delle definizioni sarcastiche date nei riguardi suoi e di Domenico Scilipoti. Il suo autore, tra l’altro, Tiziano Dal Farra, è stato querelato per ben 6 volte dallo stesso Paniz.

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Il comunicato di Anonymous recita: “Il giudice delle indagini preliminari di Belluno, Aldo Giancotti, ha ordinato la chiusura dell’intero portale dedicato alla strage del Vajont, costata la vita nel 1963 a 1910 persone. Il sito è ‘colpevole’ di aver scritto: ‘E se la mafia è una montagna di me… i Paniz e gli Scilipoti sono guide alpine!”. Difatti, la motivazione della chiusura del sito, per il giudice Giancotti è stata proprio quella delle offese agli onorevoli Domenico Scilipoti e Maurizio Paniz. “C’è da considerare il diritto degli ‘scilipoti e paniz’ sopra al diritto di migliaia di utenti che avevano come riferimento il portale oscurato; fra i documenti destinati a scomparire almeno per un periodo dalla rete, molte fotografie, interviste, e rappresentazioni teatrali come quella tenuta a febbraio dai ragazzi di uno dei paesi della comunità ancora sconvolta dal ricordo del disastro” continua Anonymous.

“Interessante è notare come la magistratura italiana abbia fatto il suo esordio censorio in rete con un portale del genere, andando a ledere il diritto primario all’informazione, come se si volesse costiuire un precedente: il giudice decide cosa si può scrivere e cosa si può sapere, ledendo gravemente i diritti all’informazione dei cittadini italiani che potrebbero vedere scomparire dal mondo della rete interi quotidiani, blog, portali informativi, in virtù di una o più frasi ritenute lesive dei diritti di un singolo cittadino” declamano i celebri hacker che hanno fatto fuori qualche giorno fa anche il sito della CIA. Queste dunque le ragioni che non possono permettere di tacere, ma che anzi inducono alla minacci di “un lungo processo di attacchi, che comincia proprio con http://www.mauriziopaniz.it/”. C’è da dire, comunque, che oltre al sito sul Vajont la Procura ha disposto la chiusura di altri 226 internet service providers italiani, a cui è stato ordinato di “inibire ai rispettivi utenti l’accesso all’indirizzo web www.Vajont.Info 3, ai relativi alias e ai nomi di dominio presenti e futuri, rinvianti al sito medesimo, all’indirizzo ip statico che al momento dell’esecuzione del sequestro risulta associato al predetto nome di dominio e ad ogni ulteriore indirizzo ip statico che sarà associato in futuro (interdizione alla risoluzione dell’indirizzo mediante dns)”.

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