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Amianto: oltre 34 mila siti a potenziale contaminazione

Amianto: oltre 34 mila siti a potenziale contaminazione

Ancora allarme amianto nel nostro Paese. In Italia si contano infatti oltre 34 mila siti a potenziale contaminazione di amianto, di questi 373 sono siti con un rischio di primo livello, ma il loro numero potrebbe salire a 500 quando sarà completata la mappatura di tutte le regioni, comprese Sicilia e Calabria, ancora mancanti. La bonifica e la messa in sicurezza di tutti i siti con classe di priorità del rischio richiederebbe un finanziamento di 10 milioni di euro per 10 anni.

 

 

Il dato emerge dal quindicesimo quaderno del ministero della Salute dedicato alle patologie correlate all’amianto presentato dal direttore scientifico della pubblicazione, Giovanni Simonetti. Lo studio rileva, poi, che dal dopoguerra al 1992, anno in cui l’amianto è stato messo al bando, in Italia sono state prodotte oltre 3,7 milioni di tonnellate di amianto grezzo e che le tonnellate di cemento amianto ancora da bonificare.

 

 

Secondo le stime del Cnr, sono ad oggi 32 milioni per la cui dismissione, secondo l’Ispra che stima un quantitativo annuale rimosso di 380 mila tonnellate, potrebbero occorre 85 anni. Al 2009 la produzione di rifiuti contenenti amianto in Italia ammontava a 379mila tonnellate, di cui il 72% esportato in discariche all’estero mentre sul territorio nazionale nello stesso anno sono state conferite nelle 18 discariche attive ne Paese 63mila tonnellate. Sul fronte salute il tasso di incidenza di mesotelioma, la patologia causata da inalazione di fibre di amianto, è pari per la sede pleurica a 3,6 casi per 100 mila abitanti negli uomini e 1.6 per 100 mila abitanti nelle donne. La latenza della malattia è di oltre 40 anni. “Questi dati – ha affermato Simonetti – dimostrano la necessita, sul fronte della salute, si spingere sulla psico oncologia per avere la possibilità di assistere sia i pazienti, sia i loro familiari”.

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